

Abbiamo incontrato Fabio Viola grazie al fondamentale supporto del Professore Filippo Grasso, esperto di turismo e docente presso l’Università degli Studi di Messina, il quale ha fortemente voluto Viola a Messina per portare in città la sua esperienza e professionalità.
È stato un momento prezioso di confronto con uno dei massimi esperti internazionali di gamification, il cui lavoro sta rivoluzionando il modo in cui viviamo la cultura, il turismo e l’educazione.
Navigando online e sfogliando le sue numerose interviste e biografie, si incontra spesso un passaggio emblematico che sintetizza alla perfezione la sua visione del mondo e la sua storia personale:
«All’età di 7 anni, quando i miei genitori mi regalarono un Commodore 64, iniziai la mia militanza nei videogiochi. Da allora ho salvato migliaia di principesse, sconfitto orde di mostri e nemici, viaggiato per tutto il mondo conosciuto e oltre, governato megalopoli e collaborato con molte persone per raggiungere obiettivi comuni. Soprattutto, sono morto e risorto milioni di volte, imparando costantemente dal game over.»
Questa frase non è solo evocativa: è un vero e proprio manifesto. Da quella prima esperienza con il Commodore 64, Fabio Viola ha costruito un’intera carriera fondata sull’analisi, lo studio e l’applicazione delle logiche del videogioco in contesti sempre più ampi e significativi.
Ha lavorato per alcune delle principali aziende internazionali di intrattenimento – tra cui Electronic Arts Mobile, C-Tech, Namco Bandai e Vivendi Games – contribuendo allo sviluppo di titoli iconici come FIFA, The Sims, SimCity, Crash Bandicoot e Tetris. Oggi la sua missione è un’altra: utilizzare il videogioco come linguaggio e strumento di coinvolgimento per generare valore sociale e culturale.
Con il suo approccio di game thinking, collabora con aziende di ogni settore (automotive, marketing, wellness, loyalty…) e con enti pubblici come musei, comuni, teatri e ministeri. È autore e curatore di pubblicazioni sull’impatto del gaming nella quotidianità, premiato anche al FuoriSalone di Milano per l’innovazione del design. Insegna in numerose università e accademie, portando avanti una didattica centrata sul game design e sulla digitalizzazione dei beni culturali.
La sua passione per l’arte e il patrimonio lo ha portato a fondare il collettivo TuoMuseo, realtà internazionale che connette istituzioni culturali e nuove forme di narrazione interattiva. Tra i progetti più noti: Father and Son, videogioco del Museo Archeologico di Napoli, con oltre 5 milioni di download nel mondo, e PlayAlghero, progetto di gamification territoriale finanziato dall’Unione Europea.

Tra le tante riflessioni emerse durante il nostro incontro con Fabio Viola, ce n’è una che ci ha colpiti particolarmente: l’idea di una città che si riscopre attraverso il gioco.
Secondo Viola, non è sempre necessario puntare solo sui grandi attrattori turistici per valorizzare un territorio. Anzi, spesso le vere ricchezze sono quelle disseminate in angoli poco conosciuti, nascosti agli occhi dei turisti e, sorprendentemente, anche dei residenti stessi. L’idea è semplice ma potente: creare un’esperienza ludica che spinga le persone, in modo naturale e coinvolgente, a esplorare questi luoghi dimenticati, a riattivarne la memoria storica e culturale.
Un esempio concreto arriva da Alghero, dove Viola ha ideato un progetto che ha trasformato la città in un vero e proprio album di figurine collezionabili. Ogni figurina era legata a uno degli undici siti culturali del territorio. Per completare la collezione, bisognava visitarli tutti: solo così si potevano ottenere le bustine esclusive distribuite in ciascun luogo. Un gioco, sì, ma con un obiettivo nobile — portare le persone nei luoghi della cultura, stimolare la curiosità, accendere la meraviglia. Il progetto, inizialmente sostenuto da fondi europei, è andato avanti anche dopo la conclusione del finanziamento. Oggi, i turisti possono acquistare l’album completo a un prezzo simbolico, ma l’impatto che ha generato è incalcolabile.
Per Fabio Viola, una città come Messina – ancora poco esplorata da questo punto di vista – rappresenta un terreno fertile per iniziative di questo tipo. Un luogo in cui la gamification potrebbe diventare non solo una strategia di valorizzazione turistica, ma anche uno strumento per restituire ai cittadini lo stupore di vivere nella propria terra. Perché, come spesso accade, le bellezze più straordinarie sono quelle che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno — basta solo imparare a guardarle con occhi nuovi.
Fabio Viola non era mai stato a Messina prima di questa occasione, e proprio per questo, il suo sguardo ha colto con freschezza e sorpresa la bellezza della città. Ne parla con entusiasmo, quasi stupito: una città incastonata tra mare, colline e montagne, con una varietà paesaggistica che poche altre località possono vantare. Un territorio che nel raggio di pochi chilometri offre sentieri immersi nella natura e affacci spettacolari sul mare, e che si trova letteralmente all’incrocio tra due regioni e due mari — una condizione geografica che la rende unica e potenzialmente strategica.
Messina, racconta Viola, è anche una città vivibile, godibile. Il fatto stesso di aver potuto trascorrere un’intera giornata all’aperto, tra luoghi da visitare e cose da fare, senza mai annoiarsi, è la dimostrazione che esiste già una base solida su cui costruire. Ma la vera sfida, aggiunge, è quella che tocca moltissime destinazioni italiane: come aumentare i pernottamenti? Come far sì che i visitatori non si limitino a un’escursione mordi e fuggi, ma restino, esplorino, si lascino coinvolgere?
Per rispondere a queste domande servono idee nuove, e soprattutto nuovi occhi. In Puglia, ad esempio, Viola e il suo team stanno sperimentando hackathon territoriali: maratone di idee in cui vengono messi a disposizione premi anche consistenti – 10.000 euro – per proposte che sappiano ripensare i borghi e i territori. E a sorprendere sono spesso i più giovani: studenti delle scuole superiori che propongono visioni originali, fuori dagli schemi.
In questo processo di innovazione, anche il digitale gioca un ruolo chiave. Non solo per attrarre, ma per costruire un dialogo continuo con il turista. È fondamentale saperlo coinvolgere prima del viaggio, stimolando curiosità e desiderio, ma anche dopo, mantenendo viva la relazione. Perché un’esperienza ben raccontata e ben vissuta può trasformarsi in un ritorno, in una condivisione, in un passaparola positivo. In una parola, in valore.
Parlando del futuro di Messina e delle iniziative dell’associazione PAN, Fabio Viola ci ha lasciato un suggerimento tanto chiaro quanto provocatorio: oggi non mancano i fondi, mancano le idee. Un’affermazione forte, ma profondamente reale. In questo momento storico, a livello europeo e nazionale, i bandi e i finanziamenti dedicati al turismo, alla cultura e all’innovazione si moltiplicano settimana dopo settimana. Eppure, chi come lui si trova spesso nella posizione di valutatore di progetti, rileva un problema ricorrente: molte proposte, per quanto ben scritte e formalmente corrette, finiscono per somigliarsi tutte.
Il vero nodo, quindi, non è la carenza di risorse, ma la ripetitività delle soluzioni. Per questo, Viola lancia un invito chiaro alle realtà locali come la nostra: serve contaminazione, servono sguardi diversi. Basta con i gruppi di lavoro composti da soli archeologi, soli architetti, soli esperti di turismo. Serve mescolare le competenze. Immaginare un team in cui convivano un archeologo, un filosofo e uno sviluppatore: persone che parlano linguaggi diversi, ma che insieme possono dar vita a visioni davvero innovative.
Certo, ammette Viola, non tutte le idee funzioneranno. Alcune forse falliranno. Ma oggi più che mai c’è bisogno del coraggio di tentare strade nuove, fuori dagli schemi, capaci di rompere l’omologazione e aprire scenari inediti. Questo è il momento giusto per farlo. Il contesto, le risorse e il bisogno di cambiamento sono lì, tangibili. Ora tocca a noi avere l’ambizione – e l’immaginazione – per costruire qualcosa di davvero diverso.


Considerazioni di Filippo Grasso - Esperto di Turismo e Ambasciatore PAN
Durante l’incontro promosso da PAN, l’intervento del Professore Filippo Grasso, esperto di turismo e docente dell’Università degli Studi di Messina, ha aggiunto un importante tassello teorico e progettuale al tema della gamification applicata al turismo.
Grasso ha parlato della “tourist gamification” come di un modello innovativo di fruizione e promozione territoriale, capace di integrare elementi ludici – missioni, punteggi, badge, premi, brochure illustrate – nei percorsi turistici tradizionali. L’obiettivo? Aumentare l’engagement, stimolare la conoscenza del territorio e rafforzare quel legame emotivo tra il visitatore e la comunità locale che è alla base di un turismo sostenibile e autentico.
Non si tratta di fantascienza né di semplici teorie accademiche: è una pratica già attiva, sperimentata con successo in musei e città d’arte italiane, e capace di affiancare le politiche pubbliche nel programmare esperienze partecipative e coinvolgenti. In questo senso, la gamification non è solo una strategia comunicativa, ma un vero strumento di innovazione sociale, capace di trasformare il modo in cui cittadini e turisti vivono i luoghi.
La presenza di Fabio Viola a Messina e provincia, sottolinea Grasso, ha rappresentato un momento di svolta per il panorama culturale e turistico del territorio. La sua fama internazionale come esperto di gamification e web designer esperienziale lo precede, ma è il suo approccio multidisciplinare a fare davvero la differenza. Le sue competenze – che intrecciano coinvolgimento digitale, cultura ed educazione – hanno offerto ai partecipanti all’incontro un’occasione concreta di aggiornamento, ispirazione e visione.
Il confronto con Viola ha aperto nuovi orizzonti sulle frontiere più avanzate dell’esperienza turistica, dove il viaggiatore non è più un semplice spettatore, ma un protagonista attivo, coinvolto nella narrazione e nella scoperta dei luoghi. Un percorso che rafforza l’identità del territorio, valorizza il patrimonio culturale e crea connessioni durature tra comunità e visitatori. Una sfida, ma anche una straordinaria opportunità per la città.